Sto lentamente ma inesorabilmente rendendo la casa montana di colui che con me divide il letto una succursale della casa milanese.
La cucina anche qui è diventato il mio laboratorio.
No ma io ho una dipendenza verso la cucina, e questo credo che sia la risposta al post precedente.
Sto cercando case in affitto per brevissimi periodi per la vacanza itinerante pugliese di fine settembre: valuto solo case o simil tali che abbiano cucine che mi piacciono. Ma poi, a farci cosa? Ci dobbiamo stare tra le 2 e le 3 notti in ogni posto. Eppure, se la cucina non mi piace, scarto la casa. Perché anche in vacanza voglio cucinare e voglio farlo in un luogo bello.
Si lo so è una deformazione grave la mia, cosa posso farci.
Così come è grave la mania che ho verso le melanzane: sono totalmente addicted e non posso farne a meno. E pensare che mia madre non dico le detesti ma poco ci manca: le melanzane, dice, la fanno arrabbiare perché non sa come cucinarle. Io dico che lei non ha pazienza, perché la melanzana va capita, studiata, lasciata cuocere il giusto tempo e trattata per bene. Solo allora darà dei risultati straordinari, come questi spaghetti di oggi.
Melanzane, pomodorini spadellati, pinoli, pesto leggero e burrata.